Otto e mezzo (2)


Gentile professoressa,
Premesso che la storia islamica sia affascinante e l'esotismo ha spesso impregnato fior di intellettuali, che l'Islam ora per le connotazioni antioccidentali e anticapitalistiche faccia sorgere in molti a sinistra nuove speranze è comprensibile. Ciò però non deve ottenebrare la ricerca storica.
Il sig . Luca ha analizzato il rapporto Islam Bisanzio in maniera oggettiva.
Il primo contatto, Yarmuk ne è un esempio lampante.
Per la crociata del 1204 ricordo che vi fu per tutti i partecipanti la scomunica.
Ora sostenere che Arabi prima e Turchi poi furono alleati di Bisanzo mi sembra siauna visione immaginifica ed utopica non suffragata dalle testimonianze dei contemporanei.
Pensiamo alle testimonianze di chi alla presa di Costantinopoli fu presente. Anche ad una agonizzante Costantinopoli non fu risparmiata la pre-strage d'Epibation.
L'Impero cadde grazie alle mutilazioni arabe ed infine turche. Il glorioso Costantino XII Dragases mori\' da Cristiano e dopo il 12/12/1452 da Cattolico.Infatti i Greco Ortodossi il 20 maggio lo venerano come santo e Martire.
Cara professoressa ,lei ricorda quei rabbini negazionisti che recentemente hanno fatto parte del comitato scientifico, della Conferenza di Teheran.
La tendenza attuale a che i Desideri si facciano Diritti non pensavo potesse applicarsi alla
storiografia. Io da anglofilo, infatti, non mi sognerei mai di descrivere la Conquista dell'India come dolce.

Maurizio



Caro Maurizio,
potremmo in effetti continuare a dibattere all'infinito sui temi complessi del rapporto cristianesimo-islam e sulla valutazione degli effetti dell'islamizzazione del Mediterraneo orientale, come facevano secoli fa Manuele II Paleologo e il direttore della madrassa di Ankara, citati da Benedetto XVI nel suo ultimo viaggio a Istanbul, e come si faceva anche da noi nelle accademie... Sono in parte d'accordo con quello che dice (non vedo assolutamente in Mehmet II un Flaminino: basta leggere cosa fece, e perché, alla famiglia Notaras, cioè a quella che avrebbe dovuto essere la sua futura aristocrazia di corte, quando fu invitato da loro a cena...), e trovo interessanti molti dei suoi spunti di riflessione, e ciò non toglie che io sia tuttavia in radicale disaccordo con molte altre delle cose che scrive, e che fanno sembrare a me la sua posizione ideologica quanto a lei è potuta sembrare la mia... Non lo è, mi creda, sono assolutamente convinta che il compito fondamentale dello storico sia proprio scongiurare, in sé e negli altri, l'influenza delle ideologie. E però spesso è difficile sceverare, non solo nelle fonti storiografiche secondarie ma anche nelle stesse fonti primarie, quello che Luciano Canfora chiama "lo spazio della propaganda". La riflessione è lunga, e va ben oltre lo spazio di qualche mail. La rimandiamo a qualche convegno prossimo venturo? Quando ce ne saranno su questi temi ne darò senz'altro notizia in questo sito.
Per ora grazie, e alla prossima.
SR