Civiltà bizantina

Tarocchi (2)


Buonasera Silvia,
sono molto felice di aver ricevuto la sua risposta, mi fa anche piacere che lei prima di rispondermi si sia documentata riguardo i Tarocchi, così mi sarà più facile spiegarle alcuni collegamenti.
Di Moreno Neri avevo già consultato tutto il materiale che sono riuscito a scovare, ma mi mancava come contattarlo, per tanto le sono molto grato dell'informazione.

Incominciamo con le spiegazioni: Oswald Wirth ha sicuramente scritto un gran libro di esoterismo, ma legato a quell'esoterismo che parte da Marsilio Ficino e dal suo invaghirsi degli scritti di Psello, e che sfocia nella Cabala e nell'Astrologia, di fatti in questo libro non troveremo nulla che conduca a Pletone e non troveremmo nulla che riguardi una seria indagine storica sull'origine dei Tarocchi; Mentre sono molto interessanti come indagine storica i libri scritti da Giordano Berti. Ficino non conobbe direttamente Pletone e non ne subì l'influenza diretta, per tanto si rifaceva a quei pochi scritti ed al sentito dire, ma cosa riferita da più fonti è che Pletone insegnasse il suo vero pensiero solo ad una cerchia ristretta di persone e per contatto diretto. é certo invece come lei ben sa, che Pletone fu il gran Maestro della corte Malatestiana di cui ha fatto parte Bonifacio Bembo.
Non so ancora se questo insegnamento è andato perso o se è gelosamente costudito dalla Massoneria Riminese. il Quesito penso potrebbe risolverlo Moreno Neri, ma alcune cose tratte dallo schema che troverà nell'allegato le posso dire con certezza, magari un un secondo momento dopo che avrà consultato il materiale.

L'allegato è una breve presentazione fatta un mese per il mensile Hera, nella speranza di pubblicare un articolo che stimolasse qualche studioso curioso a darmi una mano in una ricerca così ostica, ma per ora la cosa è rimasta in sospeso visto che il direttore per ora  non era interessato. 
Sono consapevole che molti studiosi seri hanno dedicato anni a cercare delle risposte per questi interrogativi, ma molto spesso gli studiosi si affidano troppo al sapere e poco all'intuizione, arrivando a non vedere quello che hanno sotto gli occhi da sempre. Un esempio eclatante è il suo libro "L'enigma di Piero". Sempre Wirth al capitolo "gli indici rivelatori dei segreti dei Tarocchi"  prova a comporre degli schemi basandosi più sulla conoscenza esoterica dei numeri e della cabala piuttosto che osservando veramente le carte, e ne trae delle deduzioni che a volte rasentano il ridicolo. Quando io mi accorsi del vero schema, stavo solo giocherellando con le carte, senza nessun preconcetto in testa e nessuna intenzione di trovare qualche cosa.
Tra guardare e vedere c'è una grossa differenza e solitamente i preconcetti mettono un grosso velo sulle cose che osserviamo. 

Nell'allegato come dicevo c'è una breve presentazione, ma è solo uno spunto per far partire una ricerca. il mio desideri è di riuscire a raggruppare quelle persone che hanno la voglia e le capacità di ricostruire questa meravigliosa storia rimasta in un limbo per troppo tempo. 
Da parte mia, prima di un anno fa ero completamente a digiuno sia di Tarocchi che di storia Bizantina. 
Comunque ritengo di avere abbastanza conferme per essere sicuro di quello che sto affermando, ma non abbastanza materiale per poter scrivere un libro serio e preciso su di una vicenda così complessa. D'altra parte, libri sui tarocchi ne sono stati scritti un'infinità ed aggiungere stupidaggini solo per scriverne uno non rientra nei mie progetti. Scrivere un libro da solo vorrebbe dire dover consultare un'infinità di documenti con la possibilità di confondere "pan per focaccia" visto che non è il mio mestiere, ma l'argomento mi ha talmente intrigato che voglio assolutamente arrivare a ricostruire questa storia.
Scusi se ho scritto questa mail non troppo correttamente ma oggi sono un po' di fretta ed altrettanta fretta c'è per la voglia di risponderle.
un cordiale saluto,
Stefano



Salve Silvia
le invio l'articolo che ho scritto per il mensile Hera, dove espongo la scoperta dello Schema. 
Rivelandole alcuni contenuti dello schema penso così di darle un'idea più autentica del motivo che mi fa puntare il dito verso Pletone come loro ispiratore e perché sostengo che da Gebelin in poi, compreso Wirth è solo stato fatto confusione riguardo i tarocchi.
un cordiale saluto 
Stefano

Schema tarocchi



Caro Stefano,
grazie dei chiarimenti, e della fiducia nell'affidarmi il suo materiale.
Ho bisogno, di nuovo, di un po' di calma per leggerlo con attenzione e capire e valutare bene i suoi argomenti.
Non appena avrò letto il tutto - e sono sicura che lo farò con grande interesse - mi farò di nuovo viva.
Per ora un cordialissimo saluto,
SR


Tarocchi


salve Dott.ssa Silvia
sia così gentile da concedermi qualche istante del suo tempo.
 
innanzi tutto mi presento. Mi chiamo Stefano, il mio lavoro non è importante per quello che ho da dirle, la mia passione invece si. Difatti la passione che nutro fin da bambino è il sapere, la conoscenza, la ricerca. Questa passione purtroppo, o per fortuna, non è stata capita dai mie genitori, che a quattordici anni invece di farmi studiare mi hanno assunto nella ditta di famiglia, altri tempi.
Le sto dicendo questo per dare senso alla richiesta che andro a farle dopo aver narrato a grandi linee questa storia.
Circa un anno fa ho scoperto uno schema nei Tarocchi. Lo schema dà una luce e una prospettiva completamente diversa su questa grandiosa opera filosofico-artistica, fin qui completamente sminuita e relegata perlopiu nell'esoterismo grazie a dei ciarlatani approfittatori, che dalla metà del 700 in poi, solo perché andava di moda, hanno attribuito quest'opera agli Egizi, o più tardi quando la moda Egizia era decaduta lasciando lo scietro a quella Cabalistica alla magia Ebraica.

Risalendo indietro nel tempo fin dove era possibile riscontrare lo schema, ci troviamo in mano un ultimo mazzo di "Trionfi" (così si chiamavano anticamente i Tarocchi), o meglio il primo mazzo che ha questa caratteristica, e con esso, un nome  ed una data precisa. 

L'interpretazione dello schema mi portava a pensare che il loro ideatore dovesse essere una persona fuori dal comune, un grande pensatore un filosofo illuminato, che per l'epoca ed il luogo dove comparvero i "Trionfi" non poteva passare inosservato tanta la luce che emanava, proprio come un faro in un mondo dove esistevano solo flebili fuocherelli.
Questo Faro si chiamava Giorgio Gemisto Pletone.
Detto il nome penso che ora possa intuire perché le sto scrivendo.
La mia ricerca sta durando da circa un anno, ma con i miei mezzi a mia disposizione sono arrivato si a trovare delle conferme precise, ma molto insoddisfacenti per scriverne un libro.

il pochissimo materiale reperibile da chi non fa questo di mestiere è veramente misero, mi stavo scoraggiando, finché qualche settimana fa Anch'io ho visto un faro, talmente luminoso che quasi accecava.
Il nome del Faro è "L'enigma di Piero" ed è da quando ho visto questa luce, brillare nel buio che si era fatto nel tempo sulla storia di questi avvenimenti, che ho l'immenso desiderio di conoscere il suo costruttore.

Nell'Enigma di Piero ho trovato tutti gli elementi che mancavano alla storia dei Tarocchi, descritti con una precisione, una competenza ed una completezza che mai mi serei aspettato, le due storie si accavallano e si completano a vicenda.
Penso che "La vera storia dei Tarocchi" potrebbe essere il perfetto seguito de "l'Enigma di Piero", un altro sasso gettato nello stagno che si è formato su questi avvenimenti, per smuovere delle acque che sono state per troppo tempo immobili.

La volontà di conoscerla, è anche dettata dalla consapevolezza che per esporre con la dovuta competenza e credibilità questa storia, la sua figura è molto più adatta della mia, semplice lettore curioso con diploma di terza media.
Con questo la saluto cordialmente, nella speranza di aver suscitato abbastanza curiosità in lei per esaudire questo mio desiderio.
sinceramente Stefano



Caro Stefano,
perdoni il ritardo con cui le rispondo ma sapendo quanto grande sia la complessità dell'argomento dei tarocchie, e quali e quante connessioni esistano, come lei ha giustamente intuito, con il mondo platonico tardobizantino e protorinascimentale, e in particolare con Gemisto Pletone, ho voluto consultare un collega specificamente esperto dell'argomento, il Prof. Moreno Neri, in modo da fornirle alcuni dati che le suggerirei di confrontare con i suoi, prima di formulare definitivamente, e se lo desidera sottoporre a me o meglio ancora a lui, la sua teoria sui tarocchi. 

A quanto mi comunica Neri, il testo fondamentale sulla loro simbologia è quello di Oswald Wirth (che si basa però sui tarocchi di Marsiglia). Quanto al web, le uniche cose un po' serie sull'argomento sono

http://www.levity.com/alchemy/mantegna.html

http://www.tarot.com/about-tarot/library/boneill/neoplatonism 

che probabilmente già conoscerà.

La connessione Catari - Tarocchi - Pletone è nata in ambienti occultistici a partire da Eliphas Levi; è stata ripresa dalla Società Teosofica, conosciuta da Pound, attraverso il suo soggiorno londinese e la conoscenza di GRS Mead e la "Quest Society", e amplificata nella sua teoria della "Tradizione celeste" (si veda l'illuminante libro "Pound e l'occulto: Le radici esoteriche dei Cantos" di Demetres P. Tryphonopoulos). 
Fra l'altro, da questi studi Pound trasse l’idea che il fatale errore politico di Sigismondo Malatesta fosse stato quello di prestare il suo appoggio agli Angiò, originari della Francia meridionale, la terra di Provenza, e che forse la campagna ecclesiastica contro di lui di cui si parla nel mio Enigma di Piero non fosse il risultato di considerazioni politiche temporali ma un tentativo di sopprimere una tradizione eretica e neopagana, analoga a quella che in precedenza era stata soffocata in Provenza" (M. Neri, "Antonio Beltramelli e il Tempio Malatestiano tra eros e airesis", in appendice a Un tempio d'amore / Antonio Beltramelli; illustrazioni di Francesco Nonni, Raffaelli, Rimini, 2004, p. 78]

A quanto capisco, un rapporto diretto Tarocchi/Pletone, finora almeno, non è documentabile, e dunque un saggio sulla materia è arduo da scrivere. D'altra parte la questione e l'ipotesi sono, davvero, oltremodo curiose. Lei mi scrive di essersi ispirato al mio Enigma, ma non  - è il caso di dirlo - quali carte ha in mano. Le ripeto: i miei colleghi, che pure hanno sempre intuito l'esistenza di quel rapporto e hanno scavato ovunque nella speranza di documentarlo, non ne hanno mai trovate. 
Diverso è, ad esempio, il caso dei bassorilievi del Tempio Malatestiano (pure provatamente connesso all'insegnamento di Gemisto Pletone), molti dei quali hanno sorprendenti somiglianze con i Tarocchi Visconti-Sforza. Ma il loro autore è Bonifacio Bembo, che come ben le sarà noto era membro dell'Accademia malatestiana. Qui un po' di documentazione c'è: "Nel 1451 Bianca Maria Visconti scriveva al marito Francesco Sforza di inviare a Sigismondo Malatesta un mazzo di « quelle carte di trionfi che se ne fanno a Cremona ». L’11 dicembre 1450 gli Sforza avevano commissionato al tesoriere ducale di Cremona Antonio Trecchi « carte de triumphi delle più belle poray trovare ». Erano i Tarocchi Visconti-Sforza." (ibid., p. 92 e ss. per il parallelo tra la sesta lama "Gli Innamorati" e "La Concordia" nella Cappella delle Arti Liberali). 
Un bravo astrologo riminese, Giovanni Zavatta, che ha anche elaborato e stampato un suo mazzo di Tarocchi malatestiani che possiedo, ha recentemente fatto una conferenza a Rimini, in un locale che si chiama "Assenzio", intitolata I TAROCCHI E IL DRAGO COSMICO DEL TEMPIO MALATESTIANO, dove ha illustrato un viaggio attorno al mazzo di tarocchi da lui stesso creato, in cui gli arcani maggiori e quelli minori sono stati ispirati dalle immagini e dalla simbologia del Tempio Malatestiano. I personaggi e gli oggetti che decorano le cappelle diventano lamina, arricchendo inoltre il mazzo di carte di una chiave astrologica. 

Può ricevere ulteriori informazioni, e altri dati rilevanti, da Moreno Neri: il suo indirizzo e-mail è elsa.muratori ≤AT≥ tin.it.
Il Prof. Neri potrebbe anche metterla in contatto con Zavatta medesimo.
Resto in attesa, con vivo interesse, di sue ulteriori notizie, delucidazioni, deduzioni e conclusioni.
Un cordiale saluto,
SR


Cortometraggio Sevkunov


Gentile Prof. Ronchey,
puo' indicarmi il titolo originale del cortometraggio di Sevkunov "La distruzione dell'impero: una lezione bizantina" ?

Vorrei farle notare inoltre che il suo articolo "Ras-Putin" è stato quasi pari pari plagiato sul giornale online Obiectiv de Suceava in
questa pagina.
Cortesi saluti.
Gianpaolo



Caro Gianpaolo,
ho avuto notizia del film di Sevkunov grazie a un articolo dell'Economist (si trova anche online,
qui). Le informazioni ulteriori che ho avuto le ho tratte in parte dalla vastissima rassegna stampa russa sull'argomento, in parte da informazioni personalmente raccolte da colleghi russi, in particolare dal Prof. Sergej Ivanov, mio collega sulla cattedra di Civiltà Bizantina dell'Università di Mosca, che è stato personalmente coinvolto, peraltro, nella polemica. Non possiedo tuttavia ancora una copia del film e dunque non saprei indicargliene il titolo originale con più esattezza di quanto facciano i giornali. Credo comunque che sia esatto quello fornito dal Moscow Times, di cui, oltre all'edizione in lingua inglese (in questa pagina), può consultare, partendo dallo stesso link, anche quella in lingua russa. E alla cui redazione può in ogni caso inviare una mail in cui chiedere non solo conferma del titolo esatto ma anche, eventualmente,  come procurarsi una copia del film (è questo, suppongo, il suo scopo, non è vero?). Se ci riuscisse, le sarei davvero grata se me lo facesse sapere: sono molto curiosa anch'io di vederlo personalmente, per quanto accurati (e divertenti) siano stati i resoconti telefonici di Ivanov!

Quanto alla ripresa del mio articolo su Obiectiv de Suceava, grazie davvero della segnalazione:  metterò la pagina di questo giornale  online, così che sia constatabile da tutti i lettori del sito non solo  il plagio (chi pubblica i propri scritti  può aspettarselo, e finché si tratta di un giornale rumeno, bè, non gli faremo causa), ma anche i curiosi e sempre istruttivi meccanismi di rimbalzo della Rete. 
Per ora un cordiale saluto,  buona caccia al film e mi raccomando, ci tenga informati!
SR



Gentile Prof. Ronchey,
sì in effetti ero incuriosito dalla descrizione e lo scopo della richiesta era quello di sapere il titolo poichè pensavo che probabilmente in breve tempo sarebbe apparso da qualche parte su internet. In effetti è stato così.
Qui è doppiato in inglese (la qualità video lascia a desiderare) ma c'è anche il link alla versione russa originale: http://home.planet.nl/~jjvanka/imag/byzantium.htm

qui la sceneggiatura http://www.pravoslavie.ru/enarticles/080211155439
La ringrazio per aver dato notizia di questo piccolo capolavoro della spiritualità russa (mascherata sotto la forma di documentario simil history channel) e per sdebitarmi mi permetto di suggerirle la visione del film di Andreij Tarkovskij, "Andreij Rublev"; c'è anche un bizantino, il vecchio Teofane il Greco. 
La saluto porgendoLe cortesi saluti.



Carissimo Gian Paolo,
ho visto ora la sua mail e purtroppo il link che mi ha inviato non è più attivo. Pensa di potermi inviare direttamente il film? o di poter reperire e inoltrarmi un link ancora funzionante dove si possa vederlo?
Gliene sarei gratissima.
Un cordiale saluto,
SR


A Byzantine Sermon


Gentile Prof. Ronchey,

vorrei segnalarle questo articolo, che potrebbe essere di suo interesse. 
Cordiali saluti.


A BYZANTINE SERMON
Feb 14th 2008 


The drawing of inaccurate historical parallels with Constantinople

WHEN Nikolai Patrushev, head of Russia's federal security service (FSB), spoke to his staff to mark the 90th anniversary of the Soviet secret service last year, he made an odd historic diversion. "Those who study history know that security existed before. Sophia Paleologue married Ivan III, and being a niece of the last Byzantine emperor, paid close attention to questions of security." Few understood what he was talking about. 


The mystery was cleared up a few weeks later, when Russia's state television channel aired an hour-long film, "The Destruction of the Empire: a Byzantine Lesson". It proved so popular that the channel repeated it and added a 45-minute discussion concluding that Russia could exist only as an Orthodox empire. The author and narrator of the film is Father Tikhon Shevkunov, reputedly the confessor of Vladimir Putin. In recent weeks the film has become one of the most talked-about in Moscow. 


Russian rulers often appeal to history to justify their actions. Mr Putin revealed his interest in history from the start of his presidency, when he restored Stalin's anthem as a national hymn. Last year he promoted a school textbook justifying Stalin's brutal rule as a necessary evil. When other ex-Soviet republics commemorate Soviet brutalities, Russia treats this as a distortion of history. This week the foreign ministry held a meeting behind closed doors on the subject of "Counteracting the falsification of history aimed against Russia: a task of national importance". 


In the minds and language of the ex-spooks who dominate Russia, history is a powerful tool. The television film seems to be in that genre. In it, Father Tikhon is transported in full attire from a snow-swept church to Istanbul and Venice, where he exposes the West as a "genetic" hater of both Byzantium and its spiritual heir: Russia. The Byzantine empire's rich and cultured capital, Constantinople, was the envy of dark and aggressive barbarians from the West, who looted it during the fourth crusade in 1204. Modern Western capitalism, argues Father Tikhon, is built on Byzantine loot and Jewish usury. 


In this version, Byzantium's first mistake was to trust the West (represented in the film by a cloaked figure in a sinister, long-nosed Venetian mask) and surrender the commanding heights of the economy--trading and customs collection--to Western entrepreneurs and greedy oligarchs. Using a term from today's Russia, Father Tikhon talks of some "stabilisation fund" when describing the achievements of one Byzantine emperor, Basil II, godfather to Russia's Prince Vladimir, who crushed separatists and sent oligarchs to prison. But even great emperors could have weak successors. (The film was made before Mr Putin chose Dmitry Medvedev as his successor, to be endorsed by voters in the election on March 2nd.) 


The film's usage of modern words and imagery is so conspicuous that the moral cannot escape a Russian viewer. Instead of sticking to its traditions, Byzantium tried to reform and modernise, as the West demanded, and it paid the price. Worst of all, the West infiltrated Byzantium with harmful, individualistic ideas, which destroyed the core values of the empire--so the people lost faith in their rulers.


Sergei Ivanov, Russia's leading scholar on Byzantium, says all this lumps together a 1,000-year history of Byzantium and crudely extrapolates the result to today's Russia. In fact, the film has little to do with the true history of Byzantium. But neither history nor the values of the Orthodox faith are its real object. In the absence of any new ideology, it manipulates a story of Byzantium to justify Russia's anti-Westernism and xenophobia in a 1,000-year history. The film also carries an implicit message to Mr Putin: do not listen to the West, stay in power, close off the country. 


It is of little concern to Father Tikhon, or to Russian state television, that the Russian empire gained most when it opened up to the West, not when it fenced itself off. Byzantium was always the source of Orthodox faith for Russia, but few Russian tsars looked to Byzantium as a political model. It was for good reason that they called Moscow a third Rome, not a second Constantinople. It fell to Stalin to revive Byzantine studies, along with the idea of imperialism, says Father Tikhon, approvingly. "He knew whom to learn from." But the danger of manipulating history in this way is that its tragedies may recur. 

See this article with graphics and related items at http://www.economist.com/world/europe/displaystory.cfm?story_id=10701960 



Caro Tommaso,
grazie infinite della segnalazione. In effetti avevo già avuto notizia del documentario e mi riprometto di intervistare in proposito il mio collega e vecchio amico Sergej Ivanov (che è menzionato anche nell'articolo) e pubblicare qualcosa sulla Stampa in occasione della Pasqua (cattolica o russa: vedremo). Un amichevole saluto!
SR 



Dizionario greco-bizantino / italiano


Ill.ma prof. Ronchey,

La scomodo con questa mail - dato che per nostra fortuna ha aperto le stanze del Suo sapere alla comunità del web - perché ritengo possa aiutarmi con qualche Sua indicazione.

Sono un insegnante di lettere in pensione, laureato in Lettere Classiche, e vorrei sapere se esiste - in commercio o meno, in catalogo o no - o se non è mai stato edito (il che mi sembra poco probabile), un dizionario o un lessico (o comunque un'opera di consultazione che abbia tali caratteristiche) greco-bizantino/italiano. Ho provato a cercar qualcosa su qualche sito Internet per addetti ai lavori, ma non ho trovato nulla (o forse non sono stato un buon cercatore). Se non dovesse esistere una siffatta opera nella nostra lingua, La prego comunque di segnalarmi opere equivalenti in lingua francese, inglese o tedesca.


La ringrazio in anticipo per la risposta che vorrà darmi e per la parte del Suo prezioso tempo che mi avrà dedicato.

Cordiali saluti,
Claudio
 


Caro Collega,
per il greco bizantino in realtà lavoriamo ancora con gli strumenti dei tempi del Re Sole: l'unico dizionario degno di questo nome resta il Lexicum Mediae et Infimae Graecitatis di Du Cange (lo stesso che troneggiava, nella sua versione latina, nella biblioteca di Des Esseintes in A rébours di Huysmans).

Ci aiutiamo con altri dizionari più recenti: il Liddell-Scott-Jones tiene parzialmente conto della grecità tarda e ospita alcune voci bizantine; il lessico patristico del Lampe (sempre Oxford University Press) è uno strumento prezioso; anche il Mega Lexikon tes Hellenikes Glosses del Dimitrakos (in più volumi, da consultare in biblioteca, a meno che ne abbiano fatta una versione online) è molto utile, anche se traduce dal bizantino al neogreco, ma è pur sempre in katharevusa, non in demotiki.

C'è poi un seminutile dizionario inglese, piccolo e incompleto, il Sophokles. E' invece utilissimo quello di Kriaras, che però include ancora, nonostante il defunto eponimo e i suoi seguaci lo stiano compilando ormai da vari decenni, poche lettere, e si ferma non ricordo se alla epsilon o poco più in là. Infine, il TGL, il Thesaurus Graecae Linguae, opera digitale, in realtà raccolta di testi (crescente), ma indicizzata e dunque utilizzabilissima come lessico - anzi, oggi, per le giovani (pochissime, intendiamoci) leve, e' lo strumento migliore. 

Ma il vero dizionario bizantino ogni bizantinista se lo forma e porta dentro, nel suo privato schedario mentale, leggendo molto greco bizantino, congetturando, sbagliando, correggendo le proprie virtuali schede psichiche, per anni e decenni.

Ultimamente mi è arrivata notizia di un nuovo dizionario greco-italiano che tiene conto del greco tardo, E' appena uscito, non l'ho ancora visto, ho chiesto di spedirne una copia all'università, e le allego qui sotto una mail di riferimento dell'editore.

Spero di esserle stata utile e le chiedo in cambio un piccolo dono: i suoi meravigliosi font lettera 22 dove li ha trovati? non è che me li manderebbe (ammesso che funzionino sul Mac)? In ogni caso, mi complimento per l'eleganza.
Sua
SR

Prontuario promozionale x ALFOMEGA



Gentilissima professoressa,
ho più di un motivo per ringraziarLa, ma prima vorrei scusarmi del ritardo con cui Le rispondo, visto che Lei è stata più che pronta nel rispondermi.
La ringrazio, anzitutto, dell'avermi onorato della parola 'collega': detta da un docente universitario qual è Lei (tra l'altro, La seguo con interesse tutti i sabati su "ttL") non può che farmi piacere, ma Le dico che è stata troppo buona, senza falsa modestia. Resto coi piedi per terra, e comunque grazie del complimento (perché, detto da Lei, è un complimento).
La ringrazio per la gentile e articolata risposta: adesso non mi resta che approfondire e ricercare gli spunti e le  indicazioni che Lei mi ha così cortesemente fornito.
La ringrazio, infine, per il complimento (un altro!) finale sull'eleganza, ma in questo caso girerò il complimento a mio figlio perché è lui che mi aiuta nell'usare le tecnologie moderne - data la mia scarsa dimestichezza. Il poscritto è opera sua.
Un'ultima gentilezza (forse sto approfittando troppo della Sua cortesia): mi potrebbe reinviare la mail con la scheda relativa al nuovo dizionario greco-italiano, visto che ho difficoltà a visualizzarne il contenuto?
Di nuovo grazie per la Sua cortesia e per la Sua disponibilità; ricorderò con onore e piacere questo scambio epistolare elettronico.

Sinceri e cordiali saluti,
Claudio
  

P.S.:
il font, che ha un taglio vintage non a caso, in quanto disegnato a metà anni '50 per le macchine per scrivere IBM e poi ripreso dai maggiori produttori di strumenti meccanografici, si chiama Courier New; ho scomodato qualche amico che possiede un Mac, e io stesso ho fatto qualche ricerca in rete, e Le posso dire che al 90% dovrebbe averlo anche Lei nella dotazione di caratteri del Suo Mac (nella cartella /Libreria/Fonts o /Sistema/Libreria/Fonts - o giù di lì, ho tradotto dal sito di supporto internazionale), sempreché Lei abbia una versione non precedente all'OS 10.3. Io lo allego (anche se non garantisco sulla compatibilità, pur essendo un font TrueType cioè universale - o quasi), comunque non dovrebbero esserci particolari difficoltà nel reperirlo nei siti di utenti Mac, ad esempio. Ringrazio anch'io, dopo mio padre, per il complimento sull'eleganza: in effetti, si tratta di un carattere che ama chi, come me quand'ero piccolo (vent'anni fa), era affascinato da suoni odori e sensazioni visive e tattili di una Lettera 22, per l'appunto, ovviamente color carta da zucchero, e ora cerco di riprodurre tutto questo per nostalgia personale (senza scomodare Proust) e per non essere sommersi da montagne di carta scritta in Times New Roman - ma in pochi (tra cui Lei) colgono l'omaggio alla macchina per scrivere. Una curiosità (questo carattere era usato come standard nella redazione ufficiale delle sceneggiature cinematografiche statunitensi) e un consiglio (se posso permettermi): il Courier New dà il meglio di sé in corpo 10 e 11 e, soprattutto, allineato solo a sinistra (so che è un limite), perché solo così può riprodurre perfettamente l'allineamento verticale delle varie lettere come per la cara vecchia Olivetti.
La ringrazio di nuovo e La saluto,
Andrea



ALL'ATTENZIONE DEI LETTORI




Cara Silvia,
per puro caso ho letto la lettera di un tuo lettore che ti chiedeva informazioni su eventuali dizionari greco-bizantini, e ho qualche aggiornamento. 

Il dizionario di Kriaras, Λεξικό της Μεσαιωνικής Ελληνικής Δημώδους Γραμματείας 1100-1669 (Kriaras, nato il 1906, è ancora vivo!) è passato 12 anni fa all'Università di Salonicco dove i suoi discepoli lo hanno digitalizzato e fatto una versione ridotta (lettere A-Π), gratuitamente disponibile in internet [qui]. Due anni fa è uscito il 15o volume/fascicolo che arriva alla metà della lettera Π (alla epsilon invece è fermo l'inglorioso Dizionario del Greco Moderno e dei suoi Dialetti, dell'Accademia di Atene). Se la redazione non incontrerà altre difficoltà, tra una decina d'anni sarà conclusa l'opera e sarà disponibile in versione ridotta monovolume e in una edizione integrale a più volumi nuova che terrà conto dei cambiamenti metodologici e filologici degli ultimi decenni. E' presto per dire se l'edizione integrale sarà disponibile gratuitamente online. 

Un'opera più completa, ma ancora in corso di realizzazione, è il Lexikon zur Byzantinischen Gräzität (LBG) di Trapp e coll. [
qui] che a partire dal 1994 esce a fascicoli di circa 250 pp., con scadenza biennale. L'ultimo è uscito il 2007 e copre quasi tutta la lettera Π (Προδ-). Secondo i piani dell'Autore dovrebbe essere completato il 2011, con una tabella di marcia che rispetta con teutonica precisione. Ad opera completa, dovrebbe risultare un dizionario di circa 1800-2000 pagine, che copre il periodo dal 4o-15o secolo [qui]. L'Autore e i suoi collaboratori si basano soprattutto le edizioni filologiche esistenti e il TLG. 

Tra i dizionari di greco antico-medievale/bizantino-moderno, oltre il DIMITRAKOS (ormai introvabile) c'è uno più recente (redatto negli anni '80-'90), estratto dalla enciclopedia PAPYROS e ora venduto in edicola in 13 volumetti f.to edicola, per un totale di circa 9.000 pagine, circa 210.000 lemmi con qualche correzione e integrazione. Esiste anche una versione in DVD, fedele al testo originale, molto criticata perché in .pdf [
qui]. Come qualità, dignitoso, forse un po' meglio di Dimitrakos, ma nulla di spettacolare, specialmente per il greco medievale (praticamente ignora il lavoro di Kriaras e Trapp, anche nella riedizione per le edicole); le etimologie, assenti dal Dimitrakos, qui sono presenti ma con abbondanza di errori, basandosi sul LSJ e l'Andriotis (etimologico del greco moderno di oltre 50 anni fa).

Christos







Carissimo Claudio,
perdoni il ritardo della mia risposta, ma i due mesi - marzo e aprile - di didattica didattica senese mi hanno impedito di evadere la corrispondenza.

Quanto al dizionario Alfomega, le accludo, in calce a questa mail, il pdf della recensione che ne e' apparsa sul Corriere della Sera, ed anche di quella pubblicata dal quotidiano neollenico Ta Nea.

Vorrei inoltre e soprattutto fornirle alcune rettifiche ed integrazioni a quanto le avevo scritto riguardo ai dizionari di greco bizantino (provengono da un bravo collega greco, Christos Robotis, che dobbiamo davvero ringraziare).

Il dizionario di Kriaras, Lexiko tes Mesaionikes Hellenikes Demodou Grammateias, 1100-1669 (Kriaras, nato nel 1906, e' ancora vivo, a differenza da quanto avevo erroneamente scritto) è passato 12 anni fa all'Universita' di Salonicco, dove i suoi discepoli lo hanno digitalizzato e ne hanno fatto una versione ridotta (lettere alpha-pi ), gratuitamente disponibile in internet [
qui]. Due anni fa è uscito il 15o volume/fascicolo che arriva alla meta'  della lettera pi  (alla epsilon invece e' fermo l'inglorioso Dizionario del Greco Moderno e dei suoi Dialetti dell'Accademia di Atene). Se la redazione non incontrera'  altre difficolta' , tra una decina d'anni sara'  conclusa l'opera e sara'  disponibile in versione ridotta monovolume e in una edizione integrale a piu' volumi nuova che terra'  conto dei cambiamenti metodologici e filologici degli ultimi decenni. E' presto per dire se l'edizione integrale sara'  disponibile gratuitamente online. 

Un'opera piu' completa, ma ancora in corso di realizzazione, e' il Lexikon zur Byzantinischen Graezitaet (LBG) di Trapp e coll. [
qui] che a partire dal 1994 esce a fascicoli di circa 250 pp., con scadenza biennale. L'ultimo e' uscito nel 2007 e copre quasi tutta la lettera pi  (Prod-). Secondo i piani dell'Autore dovrebbe essere completato nel 2011, con una tabella di marcia che rispetta con teutonica precisione. Ad opera completa, dovrebbe risultare un dizionario di circa 1800-2000 pagine, che copre il periodo dal 4o al 15o secolo [qui. L'Autore e i suoi collaboratori si basano soprattutto sulle edizioni filologiche esistenti e sul TLG. 

Tra i dizionari di greco antico-medievale/bizantino-moderno, oltre al DIMITRAKOS (ormai in effetti introvabile) ce n'e' uno piu' recente (redatto negli anni '80-'90), estratto dalla enciclopedia PAPYROS e ora venduto in edicola in 13 volumetti f.to edicola, per un totale di circa 9.000 pagine, circa 210.000 lemmi con qualche correzione e integrazione. Esiste anche una versione in DVD, fedele al testo originale, molto criticata perché in .pdf [
qui]. 
Come qualita'  e' dignitoso, forse un po' meglio di Dimitrakos, ma nulla di spettacolare, specialmente per il greco medievale (praticamente ignora il lavoro di Kriaras e Trapp, anche nella riedizione per le edicole); le etimologie, assenti dal Dimitrakos, qui sono presenti ma con abbondanza di errori, poiche' si basa sul LSJ e sull'Andriotis (dizionario etimologico del greco moderno di oltre 50 anni fa).

Con un cordialissimo saluto,
SR


alfomega



Gentile Professoressa,
quando mi chiede perdono per il ritardo nella risposta, Lei in realtà (nella mia realtà) mi concede un grande onore e un vero privilegio, perché mi pare come in sogno di trovare presso di Lei una udienza tanto inattesa quanto aperta e partecipe.
Oltre a ringraziarLa, pertanto, della preziosa bibliografia, La ringrazio vivamente perché - a tanta distanza dagli anni dell'università - mi fa tornare a sentire la gioia e l'emozione dei primi passi mossi per acquisire gli strumenti necessari alla comprensione dell'indagine filologica, di cui si può essere spiritualmente paghi.
Per amore della filologia ardisco chiedere, allora, di essere inserito idealmente come "uditore" nel numero dei Suoi allievi e discepoli, nei ritagli di tempo (senza che chieda perdono) che vorrà dedicarmi per Sua cortesia e bontà.
Con deferenti e cordiali saluti, mi creda Suo
 
Claudio


Barlaam e Ioasaf


EGR. DOTT.
 
STIAMO DISPERATAMENTE CERCANDO N. 2 COPIE DEL LIBRO "VITA BIZANTINA DI BARLAAM E JOASAF" PARE NON ESISTANO COPIE.
 
CI PERMETTIAMO DI RIVOLGERCI A LEI COME ULTIMA RISORSA PER QUALCHE SUGGERIMENTO CIRCA LA REPERIBILITA' DEL'OPERA
 
PUO' AIUTARCI???
 
RINGRAZIANDOLA ANTICIPATAMENTE
 
FILIPPO DECATALDO
LIBRERIA LA SPERANZA
 
031.735242



Carissimo Filippo,
la cattiva notizia è che purtroppo l'edizione Rusconi della "Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf" è da tempo esaurita. Io stessa, non avendone più copie, ho supplicato il co-traduttore Paolo Cesaretti di cedermene due della (suppongo minuscola) scorta che aveva in casa. Una di queste due copie - ed ecco la buona notizia - serviva per la direttrice editoriale della Bur, collana in cui il libro dovrebbe essere ripubblicato ben presto. I tempi degli editori però sono quelli che sono... Se qualcuno dovesse avere bisogno del testo per una ragione davvero urgente, quello che posso fare è fornirgli/le/vi na fotocopia dell'unica copia che mi è rimasta. Giro comunque la vostra mail anche a Paolo Cesaretti. Inutile dire che sono commossa di tanto interesse per quella vecchia e tuttavia - per questo la ristampiamo - ritengo utile e accurata traduzione.
Un amichevole saluto,
SR


"Dopo le due cadute di Costantinopoli"


Cara Silvia, ho trovato una cronaca del Congresso su "Dopo le due cadute di Costantinopoli", per il quale tu ha tenuto una relazione su "Andrea, il rifondatore di Bisanzio". Vorrei sapere se gli Atti sono stati pubblicati. Chi, se non l'interessato può rispondere più rapidamente? Ti ringrazio di cuore, Roberto Romano.


Caro Roberto,
proprio ora mi sono arrivate da Marina Koumanoudi le bozze del contributo al convegno in questione. Ci vorrà dunque ancora un po' prima che gli Atti vengano pubblicati, ma ovviamente ti terrò aggiornato.
Un caro saluto,
SR


Mondo Bizantino


Ho acquistato il primo volume di Mondo Bizantino:

L'Impero Romano d'Oriente; è molto interessante ed appassionante.
Vorrei sapere quando è prevista l'uscita del secondo volume:
L'Impero Bizantino.
Grazie per l'attenzione.
Distinti saluti.
Stefano



Caro Stefano,
sono contenta che il Mondo Bizantino le sia piaciuto: l'edizione italiana è stata una notevole fatica, ma Tommaso Braccini ed io, e naturalmente l'editore Einaudi, crediamo fermamente che ne sia valsa e ne valga la pena. Al secondo volume stiamo lavorando, ma non appena si conoscerà una data di uscita certa glielo farò sapere.
Un amichevole saluto,
SR


Dorate spighe



http://www.engramma.it/engramma_revolution/52/052_latina.html

http://marzia.wordpress.com/2007/05/21/



29 maggio 1453


Buonasera Prof.ssa Ronchey,
le scrivo solo perchè, potendo finalmente completare l'ascolto del podcast della sua trasmissione "
alle otto della sera", mi sento di doverle fare veramente i miei migliori complimenti. Sono un biologo, e quindi non ho background storico, anche se la storia è una delle mie passioni. Tuttavia, le sue parole hanno avuto un fascino straordinario su di me.
Ora penso che non potrò rinunciare a leggere qualcun dei suoi libri.
Qualche consiglio, per cominciare? Ancora complimenti, e
Cordiali saluti
Mattia



sto ascoltando le puntate di "
29 maggio 1453", in podcast, un paio al giorno.
Che dire?
Anche se lei non fosse cosi' brava nel trasmettere a chi ascolta la sua passione per la storia bizantina,
sarebbe sufficiente il desiderio di ascoltare la sua meravigliosa voce - limpida, espressiva, stupenda - per indurmi a ritagliare, quando posso, delle ventine di minuti di puro godimento culturale e uditivo-sensoriale :-)
Grazie, veramente...
Andrea



Caro Andrea, caro Mattia,
grazie davvero per i vostri complimenti. Sto riascoltando anch'io, proprio ora, quelle puntate, per il libro dedicato alla caduta di Costantinopoli al quale in questi mesi sto lavorando. Le vostre mail mi aiutano, e mi sfidano a tentare di mantenere, nella narrazione scritta e meditata, la stessa 'voce' di quella orale e estemporanea. Il che e', notoriamente, la cosa piu' difficile del mondo per chi scrive. Quanto agli altri miei libri, di nuovo un autore, per definizione, ne è insoddisfatto, altrimenti non continuerebbe a scrivere, dunque non sarebbe uno scrittore. (Ci sono delle belle pagine di Tolstoj in proposito: le usa André Green, un altro grande, in un saggio che sarei tentata di consigliarvi di leggere in luogo di qualunque cosa mia.) Comunque, bè, quasi tutto e' schedato nella sezione 'Libri' di questo sito. Ma non posso non avere un penchant per l'ultimo nato, '
L'Enigma di Piero'.
SR

Madonna di San Marco (2)


 Proprio Lunedì scorso sono tornato alla CHiesa di San Marco ed ho fotografato la "Madonna Orante" in questione. Le invio 3 Foto in allegato (La vista della navata centrale non è mia). Devo ancora togliere quel filo elettrico orribile e raddrizzare la distorsione prospettica. Quando ho finito le rispedisco se vuole.Se vuole aspetti quest'ultime per la pubblicazione.
Le allego velocemente il risultato della mia breve indagine:

   
 
    Questo mosaico viene dall' Oratorio della Basilica Costantiniana di S.pietro a Roma, da dove fu rimosso nel 1203 e donato ai Domenicani da Papa  Giovanni VII, quando iniziarono i lavori di ampliamento per la nuova costruzione. Probabilmente l'iconografia era già allora troppo distante culturalmente per essere compresa ed avere una valenza per l'adorazione popolare. Infatti l'immagine a Firenze nel Seicento fu "aggiornata" da "Fabrizio Boschi" con una aggiunta di due nuovi mosaici ai lati, i Santi Raimondo e Domenico, che per me è solo un goffo tentativo imitativo. Non so che effetto abbia sortito quattro secoli fa il rimaneggiamento, ma Il fraticello all'entrata si rammaricava dell'estraneità al culto di quest'immagine, raccontandomi che nessuno si sofferma  mai in preghiera, come avviene nelle altre cappelle e solo ogni tanto qualche curioso (come me) chiede un chiarimento. Il parroco Padre Fausto mi dice che il mosaico è stato studiato pochi anni fa dal "Cardinal Noè" e compreso in un opera sulla "Madonna nella Basilica Vaticana, che però sembra ormai esaurita. 
   
   Sperando di farle cosa gradita . Saluti.
 Mario



Caro Mario,
grazie infinite per l'immagine preziosa, che merita tutta la mia e nostra attenzione, e che pubblichiamo insieme alla sua mail per sottoporla all'attenzione e alle eventuali informazioni e commenti di altri visitatori del sito.
Un saluto,
SR





Missa Thomas cesus (fols. 166v-81)


Dear Professore Ronchey,
perhaps you know this already, a Thomas mass, copied may 1461 at St. Peter, etc. See the link.

http://content.cdlib.org/xtf/view?docId=ft4199n91h&chunk.id=d0e7703

Sincerely,
michel



Carissimo Michel,
segnalazione follemente interessante, una vera ghiottoneria! Bisognerà mettersi a studiare questa messa dal punto di vista bizantino, ossia della vicenda romana di Tommaso Paleologo e del progetto che il papa stava tessendo intorno a lui. A meno che qualcuno non l'abbia già fatto... Temo di no, ma, se si', speriamo che gli accada di visitare il sito e che ci invii altre notizie.
Grazie, la ricerca continua, per sua natura non si ferma mai!
SR

Madonna di San Marco


Quest'immagine (peccato incompleta e di bassa risoluzione) è tutto quello che sono riuscito a reperire,fra l'altro con il prezioso aiuto di amici di un forum,i quali danno anche altre informazioni,ma purtroppo nessuna nuova per me.Andrò come posso di persona ed indagherò! Che fissazioni he!
   
Nel frattempo buon lavoro oppure buono studio od ancora vacanze .........insomma.........
buone cose
 
Mario







Caro Mario,
grazie infinite per l'immagine preziosa, che merita tutta la mia e nostra attenzione, e che pubblichiamo insieme alla sua mail per sottoporla all'attenzione e alle eventuali informazioni e commenti di altri visitatori del sito.
Un saluto,
SR


A cena con i bizantini


A TUTTI GLI INTERESSATI
 
Oggetto: Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale di Crecchio (CH). Invito alla festa A CENA CON I BIZANTINI, 20-22 luglio, ed inaugurazione mostra ARREDO LIGNEO DELLA VILLA DI VASSARELLA, venerdì 20 luglio ore 18, Castello di Crecchio.

 
    Cari amici, ho il piacere di invitarvi per il prossimo fine-settimana 20-22 luglio 2007, alla festa A CENA CON I BIZANTINI, che si terrà fra Castello di Crecchio, sede del Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale,e  Borgo di Crecchio nelle tre serate a partire dalle ore 19.30.
Per venerdì 20 è inoltre prevista alle ore 18 l'inaugurazione del museo della nuova sezione dedicata all'ARREDO LIGNEO DELLA VILLA ROMANO-BIZANTINA DI VASSARELLA. Garantisco -come sempre- un'iniziativa di particolare interesse e fascino.
 
Se volete rendervI conto di persona della valenza e dei contenuti dell'iniziativa da quest'anno, per la prima volta, siamo in rete,   su YouTube, con bene tre film, dedicati rispettivamente a scavi archeologici diCrecchio, nascita del museo dell'Abruzzo Bizantino, fesre bizantine nel borgo di Crecchio.
Basta che digitiate Crecchio nella search, ed escono tutti i tre.
Oppure, eccovi gli indirizzi, da copiare ed incollare sulla barra dell'indirizzo di ricerca di explorer:
 
http://www.youtube.com/watch?v=EfatngHlKzE
 
http://www.youtube.com/watch?v=fXyCEa1fnvw
 
http://www.youtube.com/watch?v=rAIYOrNHXEI
 
Se vi collegate tenete presente che vi sono inoltre anche le specifiche per collegare (to embed) i 3 filmati ai vostri siti, per il che diamo sin d'ora la nostra autorizzazione.
Accludiamo inoltre in copia il depliant della suggestiva ed anzi unica mostra proposta quest'anno.
Grazie per l'attenzione, cordiali saluti e speriamo di avervi  presto ospiti a Crecchio, oltre che la segnalazione incontri l'interesse dei fruitori dei vostri siti.
 
Il direttore del Museo dell'Abruzzo
Bizantino ed Altomedievale
Andrea Staffa

Diritto bizantino


Gent.ma Dott.ssa Ronchey,
Le scrivo la presente per chiederLe se mi può segnalare un manuale che tratti, anche per sommi capi, il diritto bizantino e la sua storia.
Tengo a precisare che la mia "passione" per la storia bizantina è relativamente recente (ho letto "storia dell'impero bizantino" di G. Ostrogorsky).
Ho reperito il presente indirizzo dal suo sito.
La ringrazio sentitamente per ogni suggerimento che mi potrà dare al riguardo e colgo l'occasione per porgerLe distinti saluti.
Fabrizio



Caro Fabrizio,
fra i testi aggiornati suggerirei F. BRANDILEONE, Il diritto bizantino nell’Italia meridionale. Dall'VIII al XII secolo,in Antiqua 45, ed. Jovene, Napoli 1987. A. D'EMILIA, Appunti di diritto bizantino. I. parte generale. Le fonti. Ed. Tumminelli, Roma 1945 e soprattutto la voce "Diritto bizantino" (190 pagine) nell'Enciclopedia giuridica italiana.

Un saluto,
SR

Alle otto della sera


A Silvia Ronchey.

Di solito trovo molto stucchevoli i "complimenti per la trasmissione", ma non ho saputo resistere alla tentazione di scriverle per ringraziarla del piacere che mi ha dato, consentendomi di ascoltare una bellissima trasmissione su un tema, storico e non solo, di estremo interesse.
La cosa che particolarmente mi ha colpito è stata, oltre alla sua padronanza, la passione che ha e che è riuscita a trasmettere.
Grazie ancora.

Giancarlo



Carissimo Giancarlo,
grazie a lei delle confortanti parole!
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Cannoni da battaglia


Roma 12 Luglio 2007
 
Gentile Professoressa Ronchey
 
    Sono uno studente(Quarantenne ndr) e nell'esame di "Storia bizantina" ad Aprile,parlando della caduta di Costantinopoli,ho facendo riferimento al ruolo dei cannoni in tale vicenda,sui quali la mia Prof ha manifestato però perplessità.Poi nell'ascoltare la sua ultima (mi sembra) trasmissione "Alle otto di sera" ho sentito che lei ne faceva menzione: dove posso trovare trattazione più ampia o comunque riferimenti sull'argomento?

    E se posso ancora approfittare........ a Firenze sono iscritto a Lettere e durante le mie peregrinazioni post-esame,nella basilica di San Marco mi sono imbattuto in un mosaico di "Madonna tra santi",che secondo l'anziano fraticello di guardia,sarebbe dono di un meglio non identificato Papa fatto in un epoca lontanissima e comunque altrettanto ignota.E' davvero bella ed i riferimenti all'iconografia bizantina esemplari:Stivaletti rossi,porpora,diadema etc.Sia i santi Raimondo e Domenico,evidentemente postumi ed attribuiti a Fra Bartolomeo, che la provenienza dalla Basilica costantiniana vaticana sono gli unici riferimenti che sono riuscito a reperire su libri ed internet.Lei forse conosce questo mosaico o ne ha notizia?Sono davvero curioso : Tipologia mi sembra alquanto rara in Firenze.Nei miei "giretti" l'unico altro esempio che mi è capitato è una icona al Bargello rappresentante un Cristo benedicente veramente bella mi sembra di ricordare dell'XI sec. non molto in evidenza ma,che comunque spicca per la sua unicità in qel contesto.

    Scusandomi per la mia prolissità,aggiungendomi al coro dei complimenti per la sua trasmissione e per i suoi libri su alcuni dei quali ho anche avuto ed ho il piacere di studiare la saluto e le auguro buono studio
 
Mario




Caro Mario,
quanto all'uso dei cannoni nella battaglia di Costantinopoli, il miglior testo introduttivo alla questione è il classicissimo "La caduta di Costantinopoli" della Fondazione Valla (2 volumi curati da Pertusi), che sia nell'introduzione, sia nelle note, sia, soprattutto, nella preziosa Cronologia che apre il primo volume si sofferma sull'argomento (fornendo anche notizie tecniche su peso, calibri, gittata e così via).
Ma forse la sua Professoressa di Storia Bizantina (a proposito: a quale docente si riferisce?) avanzava perplessità di altro genere, non cioè sul ruolo dei cannoni in sé (indubitabile, anche in base alle fonti, da Isidoro di Kiev a Ducas) ma su alcuni dati specifici (modalità d'uso o altro)?

Quanto alla sua esplorazione a San Marco, confesso di non conoscere il mosaico cui fa riferimento: colpevolmente, cosicché le sarei grata se potesse, magari, inviarne una scansione, così da verificare anzitutto l'effettiva 'bizantinità' della sua iconografia.
Grazie di tutto!
SR



  Sbalordito ma felicissimo per la rapida risposta.
 
    Sarà fatto come possibile per la scansione.Peccato ero a Firenze proprio ieri per un esame (penultimo) avrei potuto fotografarlo.
 
    In quanto al nome della Professoressa sarei un po'in imbarazzo a questo proposito perché la sua perplessità in merito era veramente relativa al al loro utilizzo ed utilità nella battaglia.Non ebbi coraggio di ribattere perché per l'esame mi preparai sull'Ostrogorsky,sul suo "Lo stato bizantino" e sul Mango "la civiltà bizantina",nei quali di ciò non mi sembra si parli.Il mio era un ricordo di una lettura fatta chissà quando:la preparazione di studenti come me con vent'anni di letture svariegate e disorganizzate alle spalle non è sempre molto scientifica(uno dei motivi per cui ho cominciato a studiare seriamente) anche se agli esami magicamente escono fuori nozioni che spesso possono fare la differenza.
   
Inoltre penso che la mia tesi sarà proprio con lei.Il mio indirizzo è archeologico ed il mio sconfinato amore per la mia Roma hanno indirizzato diversamente il mio piano di studi.Ma questi ultimi esami(dovrò fare anche Un "bizantina II")mi hanno davvero appassionato.Se avessi studiato prima certe cose avrei capito meglio Storia medievale e moderna dove invece ho avuto serie difficoltà.Inoltre sembra una persona molto disponibile anche telefonicamente e per la distanza questo è un gran vantaggio. Vedremo
    Comunque sia ancora grazie e a presto 
Mario

Musica bizantina


Salve!
Essendo in procinto di scrivere la mia tesi di laurea ed avendo intenzione di trattare il tema della musica al tempo bizantino, mi rivolgo a Lei- prima che alla mia relatrice!- per avere indicazioni utili in merito ai testi sui quali lavorare. Premetto che non ho conoscenze tecnico- teoriche del linguaggio musicale, mi interesserebbero, dunque, uno o più  testi più semplicemente "narrativi", esplicativi anche di come la musica influenzasse la società del tempo e di come fosse utilizzata, della sua importanza ecc...se potesse suggerirmi qualche titolo Le sarei grata.
La ringrazio tanto,
una studentessa di Torino,sua grande estimatrice.
Alessandra



Cara Alessandra,
il testo di base per la sua ricerca è senz'altro E. Wellesz, A History of Byzantine Music and Himnography, Oxford 1961. Ultimamente è uscito Lycourgos Angelopoulos, Les voix de Byzance, Paris, Desclée de Brouwer, 2005, con un cd allegato: potrebbe esserle utile. Le segnalo anche Da Bisanzio a San Marco: musica e liturgia, a c. di Giulio Cattin, Bologna, Il Mulino, 1997: contiene vari saggi molto interessanti.
SR 


Alle otto della sera


Gentile Dottoressa Silvia Ronchey,

Sono un appassionato lettore - ed ora ascoltatore .. - di storia.
Nella vita faccio tutt'altro (ingegnere, progetto ponti) e quindi sono solo un cultore dilettante, ma nei decenni ho maturato una discreta conoscenza di alcune tematiche storiche.
In particolare sono affascinato dalla storia di Istanbul, dove vado abbastanza spesso - anche per lavoro - e che ormai conosco nei dettagli (intendo la città, non la storia purtroppo).

La Sua lettura dell'Assedio è coinvolgente: ultimamente non vedo l'ora di andare in palestra alle 8 con il mio auricolare...

Sarei onorato di poter avere un breve colloquio con Lei - e_mail, lettera, incontro dove e quando vuole - su un tema specifico : la braudeliana inesorabilità della Caduta contrapposta alla visione in un qualche modo 'casuale' (what if fosse arrivata "anche una sola vela" veneziana...) da Lei brillantemente esposta.

Me la dà una chance?

Distinti saluti
Antonello



Caro Antonello,
in effetti quello che lei menziona è il vero perno - storico, ma anche storiografico - su cui ruota la mia riflessione sul 29 maggio 1453. Certo che mi farà piacere sentire le sue idee in proposito (così come la sua opinione su quell'evento a mio avviso veramente inesplicabile in base ai dati in nostro possesso, e, di nuovo, centrale per l'esito della battaglia, che è la defezione di Giustiniani). Può scrivermi attraverso il modulo di contatto del mio sito personale: www.silviaronchey.it.
E grazie delle cortesi parole!
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Salve,
Ho avuto l'occasione di ascoltare alcune puntate della Vostra trasmissione sulla presa di Costantinopoli.
Ritengo (per quanto può valere il mio giudizio...), il programma estremamente interessante, perchè rende molto chiaro un passaggio storico di enorme e lunghissima portata, che viene spesso ignorato; ed inoltre è magnificamente condotto dalla curatrice, che è bravissima nello spiegare/raccontare i fatti accaduti.

Ho notato che domani (venerdi primo giugno) si concluderà la serie su Costantinopoli, e dato che spesso mi è difficile ascoltare il programma, Vi chiedo se è possibile recuperare in qualche modo una raccolta completa delle puntate andate in onda.

Cordialmente
davide



Caro Davide,
grazie del suo messaggio e dei suoi apprezzamenti.
Quanto alla sua domanda, la risposta è sì. Le puntate diverranno scaricabili presto (anche sul sito www.silviaronchey.it). E conto di riuscire anche a trasformarle in un libro, da pubblicare l'anno prossimo per Sellerio.
Un cordiale saluto,
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Gentile Prof. Ronchey,
grazie per la sua bellissima serie sulla caduta di Costantinopoli. Se dovessi scegliere come fare una trasmissione di questo tipo, la farei come la vedo realizzata da Lei. Sono molto apprezzabili il rigore storico e documentale, assieme agli aspetti economici e di valutazione secondo la nostra ottica "moderna" dei fatti di quel tempo, assieme agli aspetti emotivi ed emozionanti di quelle vicende, che hanno suscitato il mio entusiasmo.
Complimenti - e non mi consideri sfacciato se oso sperare in una seconda puntata, e cioè 'la battaglia di Vienna' nella quale Emanuele di Savoia ha sconfitto i turchi che stavano per invadere tutta l'Europa. Forse questo ricade meno nell'ambito disciplinare della sua competenza storica, tuttavia il suo stile è così accattivante che credo la riuscita di questa altra serie di trasmissioni sarebbe eccellente.
Con i migliori saluti
Enrico



Caro Enrico,
come ha ragione! La battaglia di Vienna non solo è una tappa capitale della storia europea, ma è straordinariamente affascinante nonché è ancora meglio, se possibile, documentata, almeno sul piano storico-militare, di quella di Costantinopoli.
Credo comunque che spetterà a uno storico moderno e non a un bizantinista occuparsene. So peraltro che Valerio Massimo Manfredi sta scrivendo qualcosa proprio a questo riguardo, non so se un libro o la sceneggiatura per un film.
Grazie per i complimenti, un saluto,
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Buonasera!
Volevo complimentarmi per la trasmissione in generale, ma soprattutto per questa ultima serie, davvero interessantissima.

Mi rivolgo quindi a Silvia Ronchey, perchè sta passando informazioni interessantissime e sfaccettature difficili da reperire sui libri di storia.
Per me, la scoperta fatta alcuni anni fa grazie ad un amico, di quanto la nostra cultura sia legata a Bisanzio è stata bellissima.

Sono stata a Bisanzio tre volte e proprio l'ultima volta ho cercato, con quello che sapevo, i segni dell'ultima battaglia: dalle mura, alla catena che ancora è conservata nel museo della marina (mi pare), alle bombarde ...

Grazie mille e spero che le puntate diventino scaricabili presto.

Saluti "complimentosi" e buon lavoro a tutti!
Chiara



Cara Chiara,
grazie per i complimenti e soprattutto per quanto scrive - è una vita che cerco di dimostrarlo! - sull'importanza del legame della nostra cultura con Bisanzio.
Non solo le puntate diverranno scaricabili presto (anche sul sito www.silviaronchey.it), ma conto di riuscire anche a trasformarle alchemicamente in un libro, da pubblicare l'anno prossimo per Sellerio.
Un saluto,
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Gent.ma prof.ssa Ronchey,
 
    Le è scappato un "vivèret" durante una citazione latina. Che dirò ai miei studenti di prima liceo con cui mi arrabbio quotidianamente per gli accenti dell'imperfetto congiuntivo?
    Inoltre, nella mia ignoranza, non capisco perché si debba dire "Paleològo" e non "Paleòlogo".
    Ultimo ma non meno importante, prendo atto che per lei i dibattiti di Bessarione e Nicola Cusano sulla "religione universale" erano più elevati delle banali questioni dogmatiche tipo il Filioque. A me pare che sia esattamente il contrario: paccottiglia gnostica le prime, vaniloqui che oggi ahimé vanno di gran moda, decisive questioni teologiche le seconde benché oggi sprezzantemente neglette.
 
I più cordiali saluti
 Franco



Caro Franco,
la ringrazio delle sue stimolanti spigolature.
Se mi è scappato un vivèret, per un filologo classico quale io sono, è veramente più vergognoso del tradimento di Giustiniani!
Invece l'accentuazione di Paleològos è la sola corretta, dal punto di vista della storia della lingua greca. In età bizantina - specie poi in quella tarda - si erano già introdotte le consuetudini che si incontreranno poi anche nella katharevousa del greco moderno (ad esempio: vizandinològos e non vizandinòlogos, per dirne una).
Nulla, naturalmente, morfologia e grammatica in testa, vieta di pronunciare Paleòlogo, all'antica; ma è un ipercorrettismo, o comunque un anacronismo.
Quanto al maggiore interesse che lei accorda al dibattito dogmatico sul Filioque rispetto a quello filosofico tra Bessarione e Nicola Cusano, bè, ognuno ha i suoi gusti e le sue priorità. Tuttavia, se mi permette, un dato oggettivo c'è. In una prospettiva strettamente teologica, l'originaria introduzione del Filioque nel Credo non può che essere vista come un'interpolazione incolta, rispetto, intendo, al sofisticato dibattito trinitario dei grandi concili precedenti. Che poi intorno a questo piccolo pasticcio, risalente ai secoli bui del medioevo ispanico, generato da circostanze ecclesiastiche locali e contingenti, si sia imbastita dapprima una querelle politica e poi creata, col procedere dei secoli, una vera e propria letteratura teologica, è un altro paio di maniche: lungi dal sottovalutarne l'importanza storica. 
Per la vera e propria storia del pensiero, a mio avviso, gli scritti di Cusano e Bessarione sono molto più importanti, se studiati a fondo; ma posso anche capire la sua allergia alla rivalutazione un po' new age di una lignée filosofica che lei definisce, in senso lato credo, gnostica, e che in effetti è a volte un po' troppo facile piegare alle mode. 
Un cordiale saluto,
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Salve, seguo con grande attenzione il vostro programma sulla caduta di Costantinopoli! Vorrei sapere se, anche al termine della trasmissione, sarà possibile disporre di un testo scritto di quanto detto sulla caduta di Costantinopoli e di altri argomenti sempre trattati da questa trasmissione. Compllimenti a tutta la redazione sia per i testi che per la scelta delle musiche.
Annamaria



Cara Annamaria,
grazie del suo messaggio e dei complimenti. Posso rispondere solo per quanto riguarda la caduta di Costantinopoli: sì, con un po' di lavoro alchemico dovrei riuscire a trasformare il testo delle puntate in un breve libro, da pubblicare l'anno prossimo per Sellerio.
Quanto alla scelta delle musiche, che anch'io ho trovato adorabile, il merito è tutto della regista Federica Barozzi.
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Egregia redazione, da un paio di settimane ascolto in Podacast la storia raccontata dalla bella voce di Silvia Ronchey.
Sono uno storico , ma anche una vecchia cultrice della radio e mi ha fatto molto piacere questa scoperta che si può "ad libitum" fruire.
Complimenti vivissimi alla prof.ssa Ronchey e a voi che date spazio a queste iniziative, riscattando la Rai da tanto pattume in prima serata e non solo.
Distinti saluti
 Mariantonietta



Cara Mariantonietta,
grazie a lei, da parte mia e anche da parte dei (coraggiosi, ha ragione!) colleghi di RadioRai. Sono particolarmente felice che lei, da storico, ascolti questa storia in Podcast. Mi conferma nell'idea che la trasmissione del sapere sa trovare sempre nuovi veicoli, e che se i mezzi tradizionali (scolastici, universitari, libreschi) a volte sembrano essersi un po' inceppati, il suo meccanismo sia in realtà inarrestabile. 
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Cara Silvia , ora che è quasi finita, volevo farti i miei complimenti più vivi per “le otto della sera”: si tratta davvero di un’eccellente divulgazione fatta inoltre, il che non guasta, con la tua bella voce calda e avvolgente. Un caro abbraccio.
Mario




Sinesio


Gentile Professoressa,
sono un vecchio laureato della Facoltà di Lettere e Filosofia di Siena e lavoro in Banca.
Ho appreso che lei è docente a Siena dal mio amico Alberto Olivetti - che insegna Estetica da voi - e dal sito della Facoltà (io ho avuto l'occasione di conoscerla e di apprezzarla seguendo la trasmissione di RAI DUE, alle Otto della sera, che tratta della caduta di Costantinopoli e che va in onda proprio in questo periodo).
Avrei un quesito da porle e Le sarei grato se potesse rispondermi o farmi rispondere da qualcuno dei suoi studenti.
Sul libro di C.F. Volney "Les Ruines" Réimpression de lédition de Paris, 1822 - Slatkine reprints Geneve 1979 - presentation de Jean Tulard, a pag.234 alinea 19, c'è un rimando alla nota di pag 363, la quale testualmente recita:
......"Le peuple, dit l'eveque Synnesius (IN CALVIT., pag.515) - (sic) - veut absolument qu'on le trompe, on ne peut en agir autrement avec lui...............Les anciens pretres d'Egypte en ont toujours usé ainsi; c'est pour cela qu'ils s'enfermaient dans leur temples (omissis).....si le peuple eut été du secret, il se serait faché qu'on le trompat.(omissis)...........Pour moi, je serai toujours philosophe avec moi, mais je serai prétre avec le peuple".

Ebbene, l'Elogio della Calvizie mi risulterebbe essere un libro di nemmeno cento pagine e non di 515; l'ho letto e non ho, comunque, trovato la citazione; ho scorso l'opera di Sinesio di Cirene, Lettere e Inni (a cura di Garzya) e, ugualmente, non ho trovato alcunchè. In una nota di un articolo in inglese, che parla di esoterismo, c'è la stessa citazione, riferita a Sinesio, che rimanda, però, a Cave's Eccl. pag 115, ma anche con questi estremi non sono giunto ad alcun risultato.
Lei conosce la citazione? e saprebbe dirmi a quale opera di Sinesio si riferisce?
La ringrazio anticipatamente per quello che potrà fare. Con molta stima, indipendentemente, mi creda, dal fatto se Lei avrà il tempo per rispondere a questa mia richiesta.

Florio



Alle otto della sera


Rilevo che in più circostanze la conduttroce del programma ha pronunciato il vocabolo Paleologo, con un accento errato: quest'ultimo, infatti, va posto sulla "o"del dittongo "eo" e non sulla seconda "o".
Cordialità.
Ugo



Caro Ugo,
l'accentuazione Paleològos è la sola corretta, dal punto di vista della storia della lingua greca, e dunque, per noi bizantinisti, obbligatoria. In età bizantina - specie poi in quella tarda - si erano infatti già introdotte le consuetudini che si incontreranno poi anche nella katharevousa del greco moderno (ad esempio: vizandinològos e non vizandinòlogos, per dirne una).
Nulla, naturalmente, morfologia e grammatica in testa, vieta di pronunciare Paleòlogo, all'antica (nella quale l'accento non cade comunque sul dittongo "ai" ma sulla "o" che lo segue immediatamente), specie in un contesto non neogreco italiano qual è quello in cui lei presumibilmente vive.
Grazie comunque dell'attenzione, e un cordiale saluto.
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Gentile signora Ronchey,
sono un povero geologo, ormai a trent'anni di distanza degli studi classici.
Per vari motivi (Paolo Rumiz tra gli ultimi!!) cerco di manteermi curioso, su religioni, oriente, storia.
Ascolto poco la radio, un po durante il viaggio tra Trieste 8dove lavoro) a Udine, dove vivo.
Per sua fortuna e mia sfortuna l'altro ieri sonon tordato a casa tardissimo ! e sono incappato nel suo programma.
Bellissimo e come lo racconta bene !
Adesso cerco di usare al meglio la tecnologia:
Ascolto le puntate utilizzando una connessione a fibre ottiche, quindi uso un software per intercettare il segnale audio e trasformarlo in file .mp3 e poi l'ascolterò con l'iPod
Auguri per il suo lavoro

furio


p.s.
ma trovo, su internet una pianta di Costantipoli con i nomi delle porte, dei quartieri ?
grazie




Caro Furio,
grazie per quanto mi scrive.
In internet c'è un buon sito, fatto dal mio collega della NYU Thomas Mathews (se associa questo nome e Constantinople google dovrebbe trovarlo subito), con una pianta interattiva di Costantinopoli: di fatto, cliccando sui vari toponimi, se ne ottengono foto e piante.
Ad ogni buon conto, le allego la mappa più seria che abbiamo, che è ancora quella della Constantinople Byzantine di Janin: è il minimo, per l'occhio di un geologo! La risoluzione è alta e zoomando può distinguere ogni nome e dettaglio.
Un amichevole saluto,
SR






grazie mille a lei,
la carta è ottima se non altro mi aiuta subito a capire che la città antica, a differenza di quella moderna era tutta a sud del Corno d'oro.
ieri mi sono addormentato ascoltando sull'i-pod la terza puntata.
E pensavo a quella cretina di mia figlia (15 anni, l'anno scorso 10 in matematica, 9 in latino, quest'anno primo moroso e nuovi dovcenti e il profitto è sceso) che non ama la storia !
cielo, se avesse un'insegnate che spiega come lei, sono certo ne rimarrebbe affascinata.
buon week end
furio

PS ho passato la lontana estate del 1975 a meditare
mi iscrivo a Storia o mi iscirvo a Geologia...
è andata come sa...



Cara Silvia,
ieri sono finalmente riuscito ad ascoltare l'ultima puntata e ho finito.
Peccato sei una grande affabulatrice, degna comare/compare di gente come Marco Paolini, capaci di rendere storia viva, racconto afffascinante anche storie che sembrano ormai lontane, forse noiose.
Martedì vado una settimana a Kos, una delle Isole greche, facile che mettero piede perfino in Turchia.
io odio il mare, cosa non si fa per i figli. Tra i libri da portare mi prenderò quello tuo su Piero delle Francesca

Buon lavoro e cari saluti
furio



Caro Furio,
bè, grazie, i tuoi apprezzamenti mi sembrano tutti lusinghieri.
Se vai a Kos ti consiglio di fare una visita al monastero di San
Giovanni Theologos a Patmos e alla grotta dell'Apocalissi (c'è un
aliscafo tutti i giorni, va bene che odi il mare però vale davvero la
pena).
Sono molto felice che tu parta con il mio libro per quelle che molti
identificano con le omeriche Isole dei Beati.
Kalò taxìdi!
SR



odio stare al mare senza fare nulla..
per lavoro (Antartide) ho traversato 5 volte l'Oceano meridionale, mare forza 10
e poi ho avuto un padre famoso speleologo
e entrare in grotta è tornare a casa, nelle Madre terra
Ah si, l'hanno scorso ho visto mMnemvassia, con la chiesa in cima al monte e Mistrà che posti, che posti !
mi ha solamente un po' deluso il Malvasia del posto.
E' come il Tokaj ungherese: gli originali sono dolci, da meditazione i nostri sono secchi, da pesce,
Iassu !
ff



accedi alle puntate di Alle otto della sera



Otto e mezzo (2) ripresa


Cara Silvia   grazie per  la  Sua,  ma non  posso non notare che
nonostante  la comunanza  delle  fonti   ,ahime', abbiamo  differenti  esegesi.Come poter infatti   interpretare  se non  in  univoca  maniera  Isidoro  di  Kiev et alia?
 Perché  le  distorsioni  ( di  testimoni  oculari   peraltro) dovrebbero esser  solo  occidentali , non  lo  comprendo  francamente.
Ripeto ,dalle stesse fonti  far diventare  Mehmet II un  novello Flaminino  che  libera  i  Greci  mi  sembra  eccessivo  .

Certa  storiografia   "creativa" mi  fa  rimpiangere  quella strettamente materialistica?   Se  vuole  posso  ricordare che  tutti i Patriarchi  ,
ma proprio   tutti dopo  la caduta di  Costantinopoli  ebbero  destini tristissimi se  non  tragici.6  subirono  morte  violenta,27  costretti  ad
abdicare,  105  deposti  d'  autorita'.
I  soli  restanti  22  poterono  esercitare  il loro  inistero  sino  alla loro  morte  ( naturale).
Non  si puo  pertanto  porre  sullo  stesso  piano Mehmet  II  ed   il Romano Pontefice  che  aveva  pieno  diritto  su   degli Scismatici.Ribadisco  che  Costantino XII  (  contando  il  Lescaris), mori' da Cattolico  in  quanto  solennemente  L'Unione  fu  sancita  il  12 dicembre 1452.  Che  dire?
Non  riesco  poi  a  comprendere  come  si  possa  virgolettare  le mutilazioni  subite  per  mano  araba.
Secondo  Lei   da cio' non derivarono  danni economici  grandissimi?Certo l'  economia  danneggiata , mette  in  opere meccanismi  compensatorii... Masarebbe come  sostenere  che  dopo  le  mutilazioni di  qualche  arto il lavoro cardiaco ne  gioverebbe....
Le  cose  furono  maledettamente  complesse :  la  Flotta  veneziana  a Negroponte  , lo  stratagemma  utilizzata  dal  Turco  per  bypassare il Corno  d'Oro  stranamente simile  a  quello     analogo  utilizzato sull'Adige dai  Veneziani  nel  1438  gettano  giustamente  ombre  sinistre  sull'onesta'  dei  Veneti anche  stavolta :come  nel  1204.
Infine  non  capisco  come  anche  la  lettura degli  autori  da  lei consigliati  possa  aggiungere  qualcosa  a  fatti  storici incortrovertibili.
La  caduta  di  una  grande  civilta'  per  mano  Turca  fu  una  tragedia epocale . Forse con  un  Mediterraneo  sicuro e  cristiano ben  diversi sarebbero  stati i  destini  e  dell'Occidente  e  lo  sviluppo  economico  del  Nord Africa  e  del  Medio  Oriente.
La  caduta di  Costantinopoli  fu  uno  stupro  . Sostenere  che  la Sublime  Porta  fu  la legittima  erede   di  quest'ultima  mi  sembra
sinceramente  una  costruzione  sofistica .
 
Con rinnovati  segni  di  stima,

Maurizio



Caro Maurizio,
pur convenendo in parte almeno con le sue premesse, e accomunandomi a lei l'anglofila, non posso che ribadire quanto ho già risposto a Luca. E guardi, non si tratta di un problema di differenza di opinioni - che naturalmente è più che normale, legittima, anzi sacrosanta su argomenti storici tanto complessi - ma di una questione di esegesi diretta delle fonti - esegesi che ci è giunta attraverso i secoli mediata e distorta da certo sguardo occidentale, e che è compito dello storico rettificare.

Costantino XI (non XII) Paleologo non era cattolico, e anzi il rancore anticattolico è una delle cause della caduta dell'impero ("Meglio il turbante turco che la tiara latina", si canticchiava in città ). La turcofilia bizantina, del clero ma anche di gran parte dell'élite laica, ha a che fare con la da lei citata crociata del 1204. Che ha a sua volta cause e dinamiche assai complesse, per le quali rinvio alla lettura dell'opera storica di un intellettuale bizantino, Niceta Coniata, non certo amante dei propri governanti, ma testimone oggettivo, anche oculare, di quanto accadde e dei suoi antecedenti politici: è stata tradotta, come le fonti sulla caduta di Costantinopoli che lei conosce e cita, nella collana della Fondazione Lorenzo Valla. Sulla posizione del papa di Roma (scomunica, ma anche sostituzione di gerarchie ecclesiastiche cattolico-latine a quelle greco-ortodosse, contrariamente a quanto avrebbe fatto l'islamico Mehmet II), gli studi e le discussioni sono innumerevoli, ma rimando a un breve testo edito in italiano da Einaudi, la Lezione di storia di un grande storico come Fernand Braudel, e in particolare al suo dibattito con una grande bizantinista come Helène Ahrweiler. In cui si parla anche del ruolo cruciale di Venezia, e in particolare di quella sorta di duello allegorico fra la giovane repubblica, emblema del protocapitalismo dei traffici e l'antico impero, erede della tradizione romana, che non può non illuminare, oltre al passato, il presente (rimando per questo ai testi di Nicol, ma anche ai miei più recenti scritti, oltre a quelli di molti altri studiosi che vi cito), e certamente le cause della fine dell'impero bizantino. Il quale di sicuro non cadde per via delle "mutilazioni arabe" del VII secolo, che anzi ne rafforzarono la compagine e ridefinirono il baricentro, consentendo una rinascita economica e un revival culturale che si espresse in una successione ininterrotta di rinascenze, dal IX al XIV secolo, le quali furono a loro volta concreta base e premessa del nostro rinascimento europeo.

Sul rapporto fecondo tra Bisanzio e califfato, e poi sulla convivenza multiculturale nel sultanato di Iconio, potrei indirizzarla a vari testi su Bisanzio e l'Islam, in particolare a quello di Alain Ducellier. L'espansione turca (nonché, se è per questo, la fine della pax mongolica, di cui possiamo considerare la caduta di Costantinopoli un epifenomeno) è certamente uno degli eventi fondamentali che segnano la fine dell'età antica e l'inizio di quella che chiamiamo era moderna, e su cui volumi e volumi sono stati scritti: il più classico e abbordabile è quello di C. Imber, The Ottoman Empire. 100-1481, Istanbul 1990. In ogni caso alla base della sconfitta del 29 maggio 1453 sono anche, se non soprattutto, ed è questa opinione unanime degli studiosi di ogni orientamento, gli interessi contrastanti e le inadeguatezze dell'occidente. Di tutto questo può trovare documentazione anche nei due già citati volumi curati da Pertusi per la Fondazione Valla. Per un'analisi storica più dettagliata, non certo filoislamica né esoticheggiante, rinvio alla lettura dettagliata della Storia dell'impero bizantino del serbo Georg Ostrogorsky, disponibile in paperback da Einaudi; oltre che a quella sintesi dei più aggiornati orientamenti sui singoli problemi da lei enumerati, che ho cercato di fornire nella "Bibliografia ragionata" del mio breve manuale anch'esso edito da Einaudi sotto il titolo Lo stato bizantino.
SR



Otto e mezzo (2)


Gentile professoressa,
Premesso che la storia islamica sia affascinante e l'esotismo ha spesso impregnato fior di intellettuali, che l'Islam ora per le connotazioni antioccidentali e anticapitalistiche faccia sorgere in molti a sinistra nuove speranze è comprensibile. Ciò però non deve ottenebrare la ricerca storica.
Il sig . Luca ha analizzato il rapporto Islam Bisanzio in maniera oggettiva.
Il primo contatto, Yarmuk ne è un esempio lampante.
Per la crociata del 1204 ricordo che vi fu per tutti i partecipanti la scomunica.
Ora sostenere che Arabi prima e Turchi poi furono alleati di Bisanzo mi sembra siauna visione immaginifica ed utopica non suffragata dalle testimonianze dei contemporanei.
Pensiamo alle testimonianze di chi alla presa di Costantinopoli fu presente. Anche ad una agonizzante Costantinopoli non fu risparmiata la pre-strage d'Epibation.
L'Impero cadde grazie alle mutilazioni arabe ed infine turche. Il glorioso Costantino XII Dragases mori\' da Cristiano e dopo il 12/12/1452 da Cattolico.Infatti i Greco Ortodossi il 20 maggio lo venerano come santo e Martire.
Cara professoressa ,lei ricorda quei rabbini negazionisti che recentemente hanno fatto parte del comitato scientifico, della Conferenza di Teheran.
La tendenza attuale a che i Desideri si facciano Diritti non pensavo potesse applicarsi alla
storiografia. Io da anglofilo, infatti, non mi sognerei mai di descrivere la Conquista dell'India come dolce.

Maurizio



Caro Maurizio,
potremmo in effetti continuare a dibattere all'infinito sui temi complessi del rapporto cristianesimo-islam e sulla valutazione degli effetti dell'islamizzazione del Mediterraneo orientale, come facevano secoli fa Manuele II Paleologo e il direttore della madrassa di Ankara, citati da Benedetto XVI nel suo ultimo viaggio a Istanbul, e come si faceva anche da noi nelle accademie... Sono in parte d'accordo con quello che dice (non vedo assolutamente in Mehmet II un Flaminino: basta leggere cosa fece, e perché, alla famiglia Notaras, cioè a quella che avrebbe dovuto essere la sua futura aristocrazia di corte, quando fu invitato da loro a cena...), e trovo interessanti molti dei suoi spunti di riflessione, e ciò non toglie che io sia tuttavia in radicale disaccordo con molte altre delle cose che scrive, e che fanno sembrare a me la sua posizione ideologica quanto a lei è potuta sembrare la mia... Non lo è, mi creda, sono assolutamente convinta che il compito fondamentale dello storico sia proprio scongiurare, in sé e negli altri, l'influenza delle ideologie. E però spesso è difficile sceverare, non solo nelle fonti storiografiche secondarie ma anche nelle stesse fonti primarie, quello che Luciano Canfora chiama "lo spazio della propaganda". La riflessione è lunga, e va ben oltre lo spazio di qualche mail. La rimandiamo a qualche convegno prossimo venturo? Quando ce ne saranno su questi temi ne darò senz'altro notizia in questo sito.
Per ora grazie, e alla prossima.
SR




Complimenti


Gentile Dott.ssa Ronchey,
ho avuto il piacere di assistere alla trasmissione di Martedl 28 novembre su La 7 nel programma otto e mezzo. L'argomento era la Turchia e il viaggio del Papa in quella nazione. Ho apprezzato moltissimo i suoi interventi molto approfonditi e presentati con molto garbo. Mi riprometto di studiare più da vicino i suoi lavori.
Colgo l'occasione per salutarla cordialmente,
Giorgio




complimenti per la trasmissione.....delle idee!
Ho avuto occasione di vedere su La7 ieri sera il programma otto1/2 e sono rimasta assai colpita dalla passione e dalla lucidità con la quale ha proposto in modo scientifico e affascinante un nuovo -per me- modo di leggere la storia. Mi piacerebbe sentirla parlare per ore ed ore di questi argomenti, ma nell'impossibilità ovvia che ciò possa essere, mi limiterò a leggere ciò che ha scritto. Grazie
Giovanna



Otto e mezzo


Ill. Professoressa,
in merito alla trasmissione su La 7 cui Lei ha partecipato, mi permetto di sottoporle alcuni punti:
1. Mamometto conquistò a forza La Mecca e trucidò con l'inganno gli Ebrei di Medina: non ha dunque senso parlare di Islam all'inizio pacifico;
2. gli Arabi musulmani conquistarono il Vicino Oriente e ne furono i dominatori: il fatto che inizialmente i cristiani (magari monofisiti scontenti dell'ortodossia bizantina) rimasero larga parte della popolazione non toglie che vivevano in condizioni di inferiorità, tanto che dopo qualche secolo si giunse all'islamizzazione massiccia di quelle terre (per non parlare dell'Africa del Nord);
3. Giovanni Damasceno scrisse per convincere i musulmani della verità della religione cristiana, non per "dialogare";i temi di "pace e amore" sono un chiaro frutto del messaggio di Cristo, anche se oggi tutti se lo sono dimenticato;
4. il Sultanato di Iconio sarà anche stato multietnico e multiculturale (sotto pieno dominio musulmano, perr!), ma i Selgiuchidi entrarono in Anatolia dopo aver sconfitto e catturato Romano IV, e i Bizantini tentarono sempre di ricacciarli indietro; h imbarazzante dover ricordare queste cose ad una professoressa di storia bizantina;
5. esistono due volumi della Fondazione Valla sulla eco dolorosa in Europa della perdita di Costantinopoli nel 1453;
6. i Greci non persero mai il sogno di riconquistare Costantinopoli.

Distinti saluti,

Luca



Caro Luca,
studiare il passato ed esaminare gli eventi storici senza pregiudizi e di prima mano - cosa che per me è un mestiere, ma che sarebbe utile a tutti, e anche renderlo possibile, pubblicando, traducendo e commentando le fonti, fa parte del mio mestiere - serve anzitutto a evitare i giudizi sommari dettati dalla propaganda ideologica passata o presente. Anzi, potrei dire che questa è la prima utilità della cultura in sé stessa. 
Un approfondimento anche minimo degli eventi che condussero al dominio arabo delle coste meridionali del mediterraneo nel VII secolo d.C., e di come questo si attuò, affermò e sviluppò, smentisce senza lasciare adito a dubbi o polemiche la leggenda romantica, basata su certa propaganda già medievale, di una particolare ferocia e intolleranza del primo islam: su questo sono d'accordo tutti gli storici. Quanto a Giovanni Damasceno, non scrisse certo le sue opere teologiche per convincere i musulmani, ma i cristiani, e la sua opposizione all'iconoclastia fu sostenuta e protetta dal califfato, dove si trovava il monastero di San Saba, in cui poté vivere e scrivere in assoluta libertà. 
Quanto all'islam selgiuchide e poi osmano, il discorso è più complesso ma la sostanza non cambia. Certo, le guerre sono sempre terribili e crudeli, lungo tutta la storia dell'umanità e fino ad oggi: lo dimostra quanto ancora la nostra evoluta civiltà contemporanea sta lasciando accadere in Iraq o in Afghanistan, per menzionare solo le parti del mondo di cui più parlano i nostri telegiornali. Ma considerare la conquista turca di Costantinopoli del 1453 più terribile e crudele di quella crociata del 1204 è, di nuovo, un errore storico oggettivo. Nessuno meglio di un bizantinista conosce le testimonianze coeve su entrambe. La benemerita Fondazione Valla, di cui sono stata redattrice per vent'anni, offre da tempo ai lettori gli stupendi volumi curati da Pertusi con le testimonianze sulla caduta del 1453; ma anche, da qualche anno, la storia di Niceta Coniata, in cui è descritta - ed è una sola delle fonti che lo fanno - la conquista latina del 1204. Le consiglio di leggerla, insieme magari alla Storia delle crociate di Steven Runciman (Einaudi), per rendersi conto di quanto a lungo e quanto atrocemente abbiamo praticato noi cristiani, nel nostro passato, la guerra santa. Questo non assolve nessuna violenza, né passata né presente né futura. E' una pura constatazione storica, e una doverosa consapevolezza culturale.
SR



Donne a Venezia


Gentile Collega:

sono molto interessato al Suo articolo: "Un'aristocratica bizantina in fuga:....." , comparso nella pubblicazione qui di seguito specificata (da pag. 11 a pag. 24)

Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Titolo: Donne a Venezia : vicende femminili fra Trecento e Settecento / a cura di Susanne Winter
Pubblicazione: Roma : Edizioni di storia e letteratura ; Venezia : Centro tedesco di studi veneziani, 2004
Descrizione fisica: VIII, 223 p. : ill. ; 21 cm.
Collezione: Venetiana - 1
Numeri: ISBN - 88-849-8163-8
Nomi: [Autore] Winter , Susanne
Paese di pubblicazione: IT
Lingua di pubblicazione: ita

Mi chiedo (Le chiedo) se volesse essere tanto cortese da farmi avere un estratto, oppure una fotocopia, dell' articolo in questione che, a quanto mi dicono, non sembra essere di facile reperibilità.
Nella speranza ciò non sia per Lei un fastidio eccessivo, La ringrazio cordialmente.

Claudio



Caro Claudio,
il volume "Donne a Venezia", a cura di Susanne Winter, è pubblicato dalle Edizioni di Storia e Letteratura e si può facilmente ordinare online alle stesse. Se le risultasse difficile, me lo faccia sapere: le invierò una fotocopia delle pagine del mio articolo (estratti non ne sono stati stampati); anche se sarebbe un peccato, perché l'intero volume è davvero degno di nota.
Resto in attesa di notizie, a presto,
Silvia Ronchey



Scacchi persiani


Gentile professoressa Ronchey, ho recentemente letto il libro di Antonio Panaino sugli scacchi persiani, a seguito di una ricerca sul simbolismo scacchistico diramatasi dal breve e splendido saggio in proposito di Titus Burckhardt. Panaino dice molto poco in proposito e, pertanto, ho pensato di scrivere a lei per chiederle se potrebbe essere cosl gentile da farmi avere qualche informazione sugli scacchi bizantini, su saggi organici a essi dedicati, ecc. La ringrazio moltissimo in anticipo.
Cordialmente, Alessio


Carissimo Alessio, per gli scacchi bizantini (zatrikion) l'opera migliore resta sempre Koukoules, Byzantinon bios kai politismos, vol. I, pp. 220 sgg., da integrare con The Oxford Dictionary of Byzantium, vol. I, s.v. Chess.
SR